Un giorno, durante un mercato, una signora mi disse: “Le tue creazioni mi fanno stare bene”. Non era la prima volta che sentivo parole simili. Molte persone, osservando le mie opere, mi regalano sguardi pieni di stupore, piacere e sorrisi che scaldano il cuore.

Ricordo un episodio a Firenze, quando un signore spagnolo prese in mano una delle mie piccole balene di ceramica, quelle che stanno sul palmo di una mano. Mi chiese, con un tono curioso, a cosa servisse. In quel momento non seppi cosa rispondere. Poi gli dissi semplicemente: “È per bellezza”. Lui sorrise, sorpreso, la rimise al suo posto, ma poco dopo tornò indietro, la comprò e mi regalò un sorriso e un “grazie” che porto ancora nel cuore.

Questa è la porta della nostra sala. Ho realizzato i pannelli, che sostituiscono i vetri. Vivendo a Livorno, ho voluto dedicare ogni pannello a un ambiente marino diverso. È stato proprio grazie a questo progetto che ho ripreso a lavorare l’argilla, dando vita al mio laboratorio personale. Questa porta è una dedica speciale al mare e alla mia città, Livorno.
Il mio processo creativo
Il mio processo creativo è qualcosa di profondamente intimo. Quando lavoro l’argilla, entro in uno stato di completa presenza: esiste solo il qui e ora. È un’esperienza che va oltre il tempo e lo spazio, e mi fa sentire in perfetto equilibrio.
Oltre alla natura, che è per me una fonte inesauribile di ispirazione, i miei figli occupano un posto speciale nel mio processo creativo.
Loro mi hanno insegnato a tornare in contatto con il bambino che è in noi e a vedere le cose da un altro punto di vista. Sono quotidianamente spunto di riflessione e ispirazione per il mio lavoro.
Ogni mia creazione è unica, realizzata interamente a mano. Nessun pezzo sarà mai identico a un altro: ciascuno porta con sé un’impronta irripetibile, un riflesso del momento in cui è nato.
Il mio percorso
Sono un’artista autodidatta. L’arte è sempre stata una parte di me, anche se il mio percorso di studi mi aveva portato altrove. Avevo quasi rinunciato a questo mondo, ma un giorno l’arte è tornata a bussare alla mia porta con forza, e non ho potuto ignorarla.
Ho iniziato a frequentare un’accademia d’arte a Pisa. Poi, grazie a una cara amica, ho scoperto l’argilla. È stato amore a prima vista. Le mie mani sentivano il bisogno di immergersi in questa materia così viva e malleabile, che da un lato si lasciava plasmare, dall’altro sembrava indicarmi come desiderava essere trasformata. È nato un dialogo profondo, un equilibrio perfetto.
Ho preso lezioni da artigiani ceramisti della mia zona, ho studiato manuali e sperimentato tanto, commettendo errori e imparando da essi. Nel tempo, ho scoperto un’altra dimensione del mio lavoro: ho iniziato a condurre laboratori per bambini e adulti. Ho visto come l’argilla li portava a una connessione profonda con sé stessi, aiutandoli a guarire piccole ferite interiori. Questa esperienza mi ha fatto comprendere il potere terapeutico dell’arte, non solo su di me ma anche sugli altri.
Per approfondire questa consapevolezza, ho deciso di frequentare un corso di arteterapia presso la Scuola di Gestalt di Bologna.
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